La tradizione che si fa impresa 

Storie del Territorio: la Lella delle piade 

La Lella
Territorio | 

Ci troviamo in via Rimembranze, presso lo storico negozio di Gabriella Magnani, la Lella delle piade. La incontriamo sedendo presso i tavoli esterni, mentre, alle 11 del mattino, già qualcuno è seduto a mangiare piadina, per una sorta di brunch in stile romagnolo.
E questo fotografa bene quel che è la Lella, una donna che ha saputo legare l’antica tradizione della piadina ad uno spirito imprenditoriale moderno e di grande dinamismo, al punto che oggi dire “piada” a Rimini è dire “la Lella”.

 


Lella, ma come è nato tutto?
Io lavoravo in un albergo come contabile. Stanca di fare la stagione e guadagnare mica tanto, cercavo di dare una svolta alla mia vita. Una notte, accompagno a casa un’amica - lei puliva il pesce nello stesso albergo - e scopro che viveva in una villa bellissima. Le ho chiesto come fosse possibile e lei mi risponde “è tutto la piada!”. Aveva fatto affari con le piadine! E io mi son detta: proviamo!

 


E come andò?
La prima piada che ho fatto era orribile, mezza bruciata. I miei figli mi guardarono e chiesero "Ma cos’è questa cosa?". All’inizio non la sapevo nemmeno fare, ma ho imparato in due giorni. Ho deciso così di aprirela mia prima piadineria nel 1986, qui in via Rimembranze. Il locale era piccolissimo e ben presto ci siamo ingranditi. Da subito abbiamo portato vita qui nel quartiere.

 


E non ti sei più fermata.
La fama delle mie piade era arrivata a un grosso super market, che mi chiese di produrle anche per loro (allora non era come adesso, le piade non si trovavano ovunque). Siamo arrivati a consegne di 700 piade al giorno, servendo sia Rimini che Riccione. E poi l’apertura degli altri nostri locali. In via Covignano, cambiando anche negozio per trovare quello più adatto e oggi arredandolo in maniera molto bella e funzionale. Infine è arrivato Dalla Lella al Mare, in piazza Kennedy, gestito da mia figlia Marina.

 


Qui cambia il concetto stesso di negozio, vero?
Ho sempre cercato di portare novità. Una volta il chiosco delle piade era un luogo dove si ordinava e frettolosamente si portava via la piada, in genere al prosciutto, oppure cassone alle erbe o rosso. Da subito ho voluto creare un ambiente accogliente, dove potersi fermare, dove vedere cose belle nell’attesa, con un’ampia scelta di gusti e di piade differenti: sono ben 13, dalla piada all’olio d’oliva,sfogliata e insaporita al rosmarino, con pepe nero macinato grosso, con peperoncino, noci, cerali, farro e con farina integrale, con farina di grano duro Senatore Cappelli e Kamut. Ma ora, grazie a Marina, abbiamo un locale con servizio ai tavoli, dove l’evoluzione ci porta verso la ristorazione vera e propria.

 


Cosa piace alla gente delle tue piade?
Io cerco di riproporre i sapori della mia infanzia. Da noi nelle case a Rimini, questo pane stupendo che si può adattare a tutte le situazioni, spesso si accompagnava al pesce azzurro, e non solo al prosciutto o ai formaggi. Per questo la nostra piada è sottile, fine, dal gusto leggero. In altre parti della Romagna, anche all’interno, è più spessa,
forse doveva sfamare di più, ma da noi era così. E questi sapori piacciono proprio a tutti. Ben presto i turisti, salendo dalla spiaggia, avevano preso l’abitudine di fermarsi da me e alla partenza per il loro ritorno prima passavano a prendere un po’ di piade. Addirittura, se partivano in orario di chiusura, noi lasciavamo la serranda mezza aperta con i pacchetti di piade con i loro nomi e la prendevano lasciando lì i soldi. Altri tempi!

 


Oggi rimangono sapori e accoglienza…
Esatto. Questa è la ricetta che muove la gente verso la Romagna. Cambiano le forme ma resta il gusto per un cibo che nasce ed è per la vita di tutti i giorni. E questo funziona ovunque. Mio figlio ha aperto ristoranti e locali a New York ed anche lui trova nella piadina un punto forte della sua offerta culinaria.

 


La tua fama è giunta a grandi personalità.
Sono passati in tanti da me. Da Bottura, incontrato anche in occasione della manifestazione Al Meni, a Farinetti di Eataly, fino all’invito a trasmissioni televisive come Geo & Geo, Il Filo di Arianna, Uno Mattina, oppure radiofoniche come Caterpillar che nell’estate scorsa ha trasmesso da Riccione. Non solo. Siamo stati all’Expo di Milano in rappresentanza della Romagna. Siamo stati selezionati tra le migliori 10 espressioni di street food e classificati secondi alla trasmissione Detto Fatto, su Rai due. Da sempre, inoltre, siamo sulla guida del Gambero Rosso.

 


Tutto questo è stato costruito con un duro lavoro.
Sì. Ho pagato i debiti lavorando giorno e notte, sacrificando tutto. Ma sono contenta. Dico sempre che la piada, questo disco rotondo che sembra il sole, è gioiosa, ti trasmette calore, simpatia. La piada è calda, invitante, si fondono i sapori, è una cosa straordinaria. È il primo pane nato dal lavoro e dalla fatica dell’uomo e ci vuole passione, amore e poesia per farlo.